Fr. Marcello Zolla, il cui nome di battesimo era Cesare, è nato il 21 novembre 1932, a Soriano nel Cimino in provincia di Viterbo, da Maria e Aron. Nella vicina parrocchia di S. Nicola di Bari ricevette il Battesimo e poi la Prima Comunione e la Cresima. Fr. Marcello è rimasto orgogliosamente legato alle sue origini e in continuo affettuoso rapporto con i suoi famiIliari, le sorelle Edda, che ci ha lasciato qualche mese fa e la cui scomparsa aveva molto provato il nostro caro Confratello, l’altra sorella Elisa e il fratello Giuseppe, come anche ai numerosi nipoti, pronipoti e parenti. A tutti i familiari che sono qui presenti, o che per motivi di salute non sono potuti intervenire, rivolgiamo le nostre più affettuose condoglianze e li ringraziamo per aver donato al nostro Istituto un loro fratello, o un loro zio, che tanto bene ha fatto nella nostra Comunità e nella nostra Scuola. Cesare vi conservava tutti nel suo cuore: nel suo calendario, preciso e dettagliato come era nel suo stile, la visita in famiglia era un appuntamento da non mancare mai, anche quando le forze non erano più quelle della gioventù. E partiva, quasi sempre utilizzando i mezzi pubblici, perché non voleva disturbare nessuno. E quando tornava ci portava sempre le prelibatezze del paese e dei familiari: era difficile resistere al miglior miele mai confezionato al mondo, ai dolci della sorella, o al lemoncello, di cui secondo lui non esistevano eguali da nessun’altra parte d’Italia. Si era quasi moralmente obbligati perlomeno ad assaggiare un po’ di tutto. Cosa peraltro che noi abbiamo sempre fatto con piacere. A 11 anni, nel settembre del 1943, entrò nel Seminario Minore dei Fratelli delle Scuole Cristiane di Albano Laziale. Era il momento peggiore della Seconda Guerra Mondiale: anche la nostra casa di Albano fu bombardata e i ragazzi si dovettero trasferire in altre scuole in mezzo a tanti pericoli, difficoltà e privazioni, spesso sistemati in rifugi di fortuna. Marcello ricordava dettagliatamente quel periodo e quei luoghi, come del resto conservava nella memoria ogni cosa. Dopo i cinque anni di formazione iniziale, si trasferì insieme ai suoi compagni a Torre del Greco per il Postulantato, nel 1948; l’anno seguente iniziò il Noviziato con la vestizione dell’abito religioso e poi proseguì con lo Scolasticato, negli studi superiori, fino al 1951. Ha iniziato la sua attività educativa nella Scuola La Salle della Casa Generalizia, dove ha insegnato nella Scuola Elementare dal 1951 al 1954. Poi per un anno fu inviato come formatore dei Piccoli Novizi ad Albano Laziale. Qui tra i suoi alunni ebbe diversi ragazzi che poi sono stati suoi confratelli negli anni successivi. E alcuni sono anche fra di noi. Dal 1955 al 1963 fu insegnante al Bartolo Longo di Pompei. Dal 1963 a oggi la sua vita si è svolta tutta nell’ambito del Collegio San Giuseppe – Istituto De Merode, con una breve interruzione nell’anno scolastico 1977-78, durante il quale frequentò un corso internazionale presso la Casa Generalizia e lavorò per alcuni mesi nel Centro Giovanile di Torre del Greco. Fr. Marcello aveva condotto tutti i suoi studi sul versante dell’arte e del disegno. Aveva acquisito titoli e diplomi in incisione, pubblicità, etruscologia in varie accademie e università, tra le quali quella di Perugia. Tutti lo ricordiamo come un docente preparatissimo, meticoloso e preciso, attento al dettaglio e alla perfezione. I suoi studenti sapevano che il materiale occorrente per lo studio e il lavoro doveva essere sempre completo e puntuale; era nemico della sciatteria e dell’approssimazione, ma lui si preoccupava di organizzare tutto in precedenza. Perciò dedicava molte ore alla preparazione delle lezioni e alla correzione degli elaborati. In un periodo in cui ancora non esistevano molti strumenti multimediali, lui già utilizzava metodi all’avanguardia: la nostra aula di disegno, che molte scuole ci invidiano, è stata pensata e realizzata da lui e ancora oggi è in perfetta efficienza. Fr. Marcello era un profondo conoscitore della tradizione artistica italiana e aveva un senso raffinato del bello e, siccome era una persona vera, non aveva remore ad esprimere la sua contrarietà a forme d’arte che lui non condivideva. I lavori prodotti dai suoi alunni erano degli autentici capolavori: ne abbiamo ancora una considerevole collezione nel retro dell’aula di disegno. Le mostre di fine anno scolastico lasciavano stupiti i visitatori della nostra scuola; negli studenti riusciva a suscitare un senso di profonda consapevolezza delle loro capacità e li arricchiva con un bagaglio di competenze, come si direbbe oggi, assimilate per la vita. Questo gusto per l’arte lo portò anche ad inventare le mostre del Quadriportico. Riuscì in tanti anni di attività ad entrare in contatto con i migliori artisti del nostro panorama culturale, che egli fino a poco tempo fa ospitava nel portico all’ingresso di scuola, dove spesso ancora oggi i suoi pannelli fanno da supporto alle nostre mostre ed esposizioni. Se noi oggi a scuola abbiamo una notevole galleria di autori importanti dell’ultimo secolo lo dobbiamo a lui: perché gli artisti per ringraziarlo gli donavano sempre una loro opera. Complessivamente abbiamo avuto la fortuna di averlo in questa scuola per 53 dei suoi 83 anni di vita. Sono passati perciò nelle aule, in cui ha insegnato, varie generazioni di giovani, talvolta prima i padri e poi i loro figli e le loro figlie. Marcello era una persona schiva, non amava apparire in pubblico, di poche parole, contrario alla retorica e ai facili sentimentalismi, ma conservava un ricordo indelebile dei suoi exalunni, che lo ricambiavano, e ancora oggi lo ricordano, con sincere manifestazioni di affetto e di gratitudine. Forse, grazie a lui, molti di essi hanno scelto per i loro figli la stessa scuola. E ce ne sono diversi anche oggi tra i presenti. Marcello è stato sempre una roccia, sembrava indistruttibile. Anche dopo l’incidente che lo aveva messo in grave pericolo alcuni anni fa nella nostra sede estiva a Marina di Massa (La Romanina) si era ripreso sorprendentemente. Per tanti anni è stato responsabile di questa nostra casa al mare, allora funzionante come colonia estiva per i nostri studenti e dove anche i Fratelli andavano per passare un periodo di vacanza. Anche quella località beneficiava delle sue più attente cure: sapeva mettersi con semplicità e generosità a disposizione di tutti. Grazie a lui abbiamo passato dei periodi di vacanza indimenticabili e anche il personale che lavorava in quella casa lo ricorda ancora oggi con venerazione e affetto. Dopo il ritiro dall’insegnamento si era messo a totale disposizione della nostra Istituzione, di cui è stato per diversi anni, dal 1999 al 2004, anche Vice-Direttore e incaricato della Chiesa. Era il responsabile dell’archivio, da lui aggiornato, catalogato, arricchito in tutti questi anni. Davvero costituiva la memoria storica della nostra Istituzione, di cui conosceva ogni angolo; di ogni quadro e di ogni oggetto sapeva dirvi la storia; aveva occhi per vedere tutto; curava questa sua casa con senso di appartenenza, anzi di più, di identificazione. Ne conosceva nel dettaglio la storia, le tradizioni, le persone. Si accorgeva di qualsiasi particolare da restaurare o da migliorare. Per questo ci mancherà infinitamente. Marcello è stato un grande appassionato di sport; ha sostenuto la Stella Azzurra subito dopo la scomparsa del fondatore fr. Mario Grottanelli negli anni fra il 1969 e il 1975; aveva fondato uno sci club che vinse un anno anche il campionato italiano. Molti giocatori storici della Stella e anche alcuni dirigenti di ora e di allora dello sport nazionale sono stati alla sua scuola. La testimonianza di vita religiosa di fr. Marcello è stata esemplare: ci ha sempre impressionato per la sua fedeltà e puntualità alla preghiera del mattino e della sera, come pure a tutte le celebrazioni e ai momenti di riflessione della nostra Comunità. Aveva un cuore davvero generoso: per anni ha curato l’Associazione San Vincenzo: radunava il sabato i ragazzi dell’Associazione per fare formazione con loro, perché era convinto che non bastava raccogliere fondi ma bisognava incidere soprattutto sulle motivazioni e sui valori cristiani di fede e di servizio. A fianco di altri personaggi, che hanno segnato la storia del nostro volontariato qui al San Giuseppe, come il dott. Paolo Pantanetti e tanti altri, ha creato le Giornate della Fraternità, l’assistenza agli anziani e ai più deboli della nostra società. Era un uomo dalla forte fibra sia fisica che morale, rigoroso ed esigente prima di tutto con se stesso, distaccato dalle cose, perché dava importanza all’essenziale e insegnava ai suoi alunni a essere forti e generosi come lui. Eppure, improvvisamente, due giorni fa, lo abbiamo visto piuttosto affaticato. Sembrava la solita influenza, che però lo aveva debilitato alquanto, ma lui era fiducioso e ci tranquillizzava dicendo che non si trattava di niente di serio. Se ne è andato così, senza voler disturbare nessuno, come si era proposto in tutta la sua vita, nel silenzio di un mattino, conversando piacevolmente fino alla sera prima. Perché Marcello sotto una scorza in apparenza ruvida manifestava un vivo e raffinato senso dell’ironia e dell’umorismo. Da quando aveva smesso di insegnare, la sua presenza era diventata ancora più discreta, ma sempre preziosa per i mille servizi di cui ancora si occupava. Qualche mese fa in occasione del suo compleanno un Fratello della nostra comunità gli aveva rivolto gli auguri a nome di tutti citando una frase di Sant’Ignazio d’Antiochia, che davvero, secondo noi, descrive la sua persona: “si educa con ciò che si dice, più ancora con ciò che si fa, e ancor più con ciò che si è”. La vita di fr. Marcello è stata l’incarnazione di questo ideale. Dice di lui un giovane Fratello spagnolo, che è stato ospite per alcuni anni della nostra comunità per motivi di studio: “Ringrazio Dio per aver vissuto con Fr. Marcello. Ricordo la sua gentilezza e vicinanza, il suo spirito critico e ironia, sempre accompagnata dalla fraterna carità. Mi ricordo il suo amore per la storia, la cura delle cose nella comunità e del Collegio e il suo amore per l’Istituto, così come la sua testimonianza di fedeltà a Dio”. Questa fortuna l’abbiamo avuta tutti noi confratelli ed exalunni, che abbiamo condiviso tanti anni di vita con lui. Caro Fr. Marcello, tu ci lasci una grande eredità e una grande responsabilità: continuare a far vivere l’opera per cui hai donato tutta la vita. Tu hai voluto bene alla nostra Istituzione, per essa hai profuso le tue energie, perché la sentivi giustamente come parte di te, una cosa tua. Continua dal cielo a darci l’energia necessaria perché la custodiamo e la facciamo crescere per il bene dei nostri alunni e delle loro famiglie. La tua testimonianza di fedeltà e di dedizione rafforzi in noi la convinzione che vale la pena impegnare la vita nel campo dell’educazione e offrirsi in dono per gli altri. Ti abbracciamo, caro fr. Marcello, con tutto il nostro affetto. Tu continuerai a vivere nel nostro cuore come un maestro di vita e come un protettore dal cielo.
10 marzo 2016
Frère ALESSANDRO CACCIOTTI
La S. Messa di Trigesimo sarà celebrata nella Cappella del Collegio venerdi 15 Aprile alle ore 19.00
2 pensieri su “COMMEMORAZIONE DI FR. MARCELLO ZOLLA”
Carissimi amici del Collegio, dopo molti anni leggo il sito del Collegio e apprendo della scomparsa del caro Frere Marcello. Non mi sembra di poter aggiungere nulla a quanto scritto qui e credo che la citazione di Sant’Ignazio di Antiochia sia veramente adatta a Frere Marcello.
Io sono medico ginecologo a Tallahassee in Florida e spero di avere un poco di tempo per passare in Collegio e salutare alcuni vecchi amici,
affettuosamente,
Alfredo Nova
cellulare 001 850 556-1170 studio 001 850 942-7750
Ho avuto la fortuna di essere alunno di Fr. Marcello allo Scientifico dal 1983 al 1988.
Ricordo ogni sua lezione con nostalgia e gratitudine. Conservo e adopero ancora, da amante del disegno, gli strumenti di lavoro che Lui ci insegnava a trattare con cura e rispetto.
A lui devo il gusto per il bello in arte e, soprattutto, in architettura, il piacere per il tratto e le linee nette e pulite.
Ancora grazie, Fr. Marcello
Emanuele Gagliardi (Maturità Scientifica 1988)